martedì 30 settembre 2008

Ora so chi è Giuseppe Penone.

LOCATION: Dipartimento delle Arti Visive di Bologna.
GIORNO E ORA: Lunedì 29 settembre, 10.15 del mattino circa.
PROTAGONISTE: Esaminanda impanicata, Spippy, Assistente dai capelli rossi, Assistente dai capelli biondi, Altra esaminanda non meglio identificata.
CIRCOSTANZA: In attesa di essere chiamate dall'assistente.

Esaminanda impanicata: Cavolo, oggi la prof mi era sembrata girata particolarmente bene.. regalava 30 a tutt'andare, perchè diamine mi ha mandato dall'assistente?? Io ho l'esame da 10 crediti, non da 5, dovevo darlo con la prof..
Spippy: Anch'io sono nella tua stessa identica situazione, ma sono davvero così terribili queste assistenti?
Esaminanda impanicata: Quella dai capelli rossi sì, è particolarmente esigente. Mi hanno riferito certe cose sul suo conto...
Altra esaminanda non meglio identificata: Ossignore, cosa??
Esaminanda impanicata: So di gente che con lei lì l'esame ha dovuto ripeterlo anche 2 o 3 volte. E' molto giovane, è vero, e all'apparenza sembra anche tranquilla e alla mano, ma poi quando ti ci ritrovi di fronte capisci che pretende, pretende molto...
Spippy: Anch'io ho sentito dire che tra gli assistenti è quella un po' più esigente, ma non penso sia del tutto inaffrontabile.
Esaminanda impanicata: Guarda, io per sicurezza mi sono informata: so quali sono le domande che fa più di frequente, me le sono proprio segnate per bene e mi sono preparata anche le risposte.
Altra esaminanda non meglio identificata: Eh no eh, così mi metti nel panico assoluto!!
Spippy: No infatti, non facciamo del terrorismo gratuito.. io so di gente che questo esame l'ha passato avendo studiato a mala pena 10 giorni..
Esaminanda impanicata: Volete che ve le dica? Allora, quasi sempre chiede i 5 punti del manifesto Simbolista, poi il romanticismo storico, la scultura di Rodin, il futurismo.. eh sì, del futurismo sia la prof che gli assistenti vanno particolarmente fieri, vogliono saperlo alla perfezione.. E anche De Chirico e la metafisica è un argomento quotato, per questa rossa qua..
Spippy: Beh, mi sembrano domande del tutto normali, voglio dire, sono tutte inerenti ai testi che abbiamo studiato e mi sembrano pure abbastanza semplici.
Altra esaminanda non meglio identificata: Ossignore, l'assistente dai capelli rossi ha finito..tocca a me! (esce di scena)
Esaminada impanicata: Ah, dimenticavo!! La rossa va matta per l'arte povera.. presente?
Spippy (con faccia a punto interrogativo): Arte povera hai detto?
Esaminanda impanicata: Sì dai, uno degli ultimi capitoletti del libro del Barilli.. me lo sono studiato a memoria, me lo sono studiato!
Neurona di Spippy: Tu no, brava scema... e adesso??
Spippy: Ecco, allora non è che mi diresti 2 cosette in croce, tanto per ripassare un attimino?
Esaminanda impanicata: Ma sì dai, è poi facile.. dunque.. il massimo rappresentante italiano è Mario Merz.. l'arte povera si serve di materiali poveri... sostituisce i neon fluorescenti con ritrovati tecnologici...

Assistente bionda: La prossima!!!
Esaminanda impanicata (con gli occhi che le brillano di gioia): Tocca a me, corroooo!!!

Assistente rossa: La prossima!!!
Spippy e neurona (fra loro e loro) : &(8204$%aonèfw$'23nd9'w9euihbr'qoo9/t525&%£w5t !!! (serie di bestemmie)

Assistente rossa: Allora signorina, mi parli del romanticismo storico, mi differenzi il movimento italiano da quello francese e faccia tutte le considerazioni del caso.
Spippy: Il romanticismo storico bla bla bla bla bla, solo che in Italia, a causa del giogo austriaco, bla bla bla bla bla, mentre in Francia Delacroix e Gericault bla bla bla bla bla...
Assistente rossa: Molto bene. Passiamo a Courbet e al realismo.
Spippy: Con il realismo per la prima volta le classi sociali inferiori vengono rappresentate nelle loro reali condizioni di vita, bla bla bla bla.. pensiamo per esempio agli Spaccapietre di Courbet bla bla bla bla ...
Assistente rossa: Perfetto. E se dovesse farmi un paragone con i "realisti" italiani? Quali i punti di contatto e quali le differenze?
Spippy: Bla bla bla bla bla.. solo che i Macchiaioli toscani si servono del formato lungo e stretto, laddove Courbet fa scandalo proprio per la monumentalità delle sue tele bla bla bla bla bla...
Assistente rossa: Bene bene. Direi che siamo a posto. Anzi no, dimenticavo.. almeno una domanda sul '900 gliela devo fare.
Neurona di Spippy: 3'+1'5itjiqènènf jwnu4%8y6w3y329u0ub2ì4958(623270dbhyerhiòs!!!! (seconda serie di bestemmie)
Assistente rossa: Guardi, gliene faccio una secca, tanto ho visto che ha studiato. Facciamo un salto temporale enorme, veniamo proprio alle ultimissime tendenze, che tra l'altro sono anche le mie preferite.
Neurona di Spippy: 20i352'J/n%'23i2')iwì230'qmdòs,fro49i5I)U=3oi2'ì3o0?!!!! (terza serie di bestemmie)
Assistente rossa: Se io le parlo di Giuseppe Penone....
Spippy: ???
Assistente rossa: .... e le faccio pure vedere 2 delle sue opere...



Assistente rossa: Che spettacolo, vero?
Spippy: 0_o ....
Neurona: Bleeeeeeeeeeaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh !!!
Assistente rossa: Ecco, mi dica.. cosa le viene in mente?
Neurona: S.O.S
Assistente rossa: Su su, è facile..questa è l'arte.......
Spippy: ...povera?! Ah beh sì, certo.. è evidente, materiali poveri.. è che pensavo a Mario Merz ma certo certo, queste sono indubbiamente opere di Penone!
Assistente rossa: Esatto, bravissima!!!!!
Neurona: Fiuuuuuuu...
Spippy: ... ... ... ...
Assistente rossa: Ho capito, lei è più ottocentista..
Spippy: Eeeeeeeh già!!

venerdì 26 settembre 2008

Essere artisti è un gioco da ragazzi.

Sono la prima a credere che tanto spesso i bravissimi artisti di casa nostra siano stati ingiustamente penalizzati da un confronto fuori luogo con i cari cugini francesi. Che poi, anche se non fossi stata la prima a crederlo, lo sarei diventata per forza, visto che da un mese a questa parte i libri in cui sto sbattendo la testa non fanno altro che ripetere come i nostri Macchiaioli toscani non abbiano nulla da invidiare agli Impressionisti e come i nostri Futuristi siano arrivati per conto loro a certe grandi soluzioni, senza bisogno di guardare alla coppia Picasso&Braque. Ho scoperto tante cosuccie nuove ed interessanti, ho persino imparato a guardare con occhio diverso certe opere di Boccioni che fino a ieri avevano su di me un effetto lassativo istantaneo. Ho conosciuto pittori che manco sapevo avessero messo piede sul pianeta terra, i vari Fattori, Lega, Signorini, Cecioni.. che poracci, quando ho sentito parlare di "macchia" per la prima volta, li reputavo delle povere macchiette incomprese, ignorate ed emarginate dalle grandi vicende artistiche.
Sì, sì.. nonostante l'agonia assurda (a causa del gergo incomprensibile di taluni testi) di questi 30 giorni di studio non stop e nonostante la quasi certezza che lunedì non mi ricorderò una benemerita virgola delle mille pagine su cui ho versato litri di sudore (e quintali di bestemmie), devo ammettere che la storia dell'arte è proprio bella e che mi è dispiaciuto un sacco non avere avuto fin dalle medie professori in grado di avermela fatta apprezzare.
Ma che io debba causare la definitiva morte della mia unica neurona su opere come questa, beh, scusate ma mi rifiuto categoricamente. Che sono buona anch'io di prendere due pezzi di metallo e far saltare fuori un obrobrio del genere...

venerdì 19 settembre 2008

A & P.


Amore e Psiche. Chissà, magari all'esame sarà questa l'opera d'arte che la prof mi metterà davanti al naso, aspettandosi che sappia dirne vita, morte e miracoli. Nel qual caso, già mi ci vedo, potrei raccontarle davvero un mucchio di quelle cose che vorrebbe sentirsi dire da una brava studentessa diligente. "Per il soggetto Antonio Canova si è ispirato alla favola di Apuleio, mentro lo spunto gli venne da una decorazione rinvenuta dai contemporanei scavi ercolanensi. L'opera risale al 1793 e rientra in quell'ambito particolare della produzione canoviana in cui l'artista va alla ricerca della Grazia, secondo quel concetto di grazia suggerito da Winckelmann, ovvero una grazia pura, del tutto opposta all'epidermica sensualità barocca. Una grazia squisitamente intellettuale, nella quale si ritrovano gli aspetti più leggiadri e sottilmente sensuali della realtà, i quali però, passati al vaglio della ragione, cessano di essere frammenti inerti per trasformarsi in vera Natura e Bellezza.. "


Bla bla bla.


Fosse per me, direi tutt'altre cose. Direi che questa è una delle mie opere preferite e che, guarda caso, A e P sono pure le iniziali del mio nome e cognome. Direi che i miei l'hanno vista per davvero al Louvre e che si sono stupiti, perchè pensavano fosse più grande. Io, invece, me la sono sempre immaginata così, di dimensioni contenute, raffinate, eleganti.. come raffinata e sopraffina è l'emozione che mi regala ogni volta che, sfogliando il mio librone di arte, me la ritrovo davanti e mi ci perdo per una manciata di secondi almeno. Pensando a cosa, esattamente, non lo so. Forse a quanto sia delicato quell'abbraccio, a quanto sia dolce lo sguardo di lui..assorto, sognante. E al totale, assoluto, profondo abbandono di lei in quelle braccia gentili ma forti, che sembrano dirle "io ci sono adesso, ma ci sarò anche dopo e poi per sempre". Ho anche provato ad immaginarli che volano via, insieme.. lui che sbatte le ali, si alza piano, la trascina via con sè.. il velo che cade e rimane lì, da solo, al Louvre, a coprire la loro assenza. Però mi sono anche detta che, forse, la loro forza sta proprio tutta in quell'abbraccio che ha resistito per più di 200 anni; magari, se si mettessero a scorazzare dappertutto, qualcosa potrebbe separarli e spezzare la magia che li lega. Il fatto è che quando trovi qualcuno che ti sa abbracciare in questo modo qui, non hai più bisogno di grandi giri e di grandi cose. Il mondo si apre proprio davanti ai tuoi occhi, in uno sguardo assorto e incantato come quello di un bambino che vede per la prima volta la neve cadere.


E poi, diciamocela tutta, se questi due bei figurini si mettessero sul serio a gironzolare per l'aere... io come diamine farei ad andare a Parigi a vederli???

sabato 13 settembre 2008

Zi-Etta.

Ed eccola di nuovo qua, la vostra carissima Etta.
Eccola in una prima giornata diversa dalle altre, forse per il tempo che oggi è scuro scuro, tutto imbronciato, e tira un vento fresco, che era un bel pezzo che non sentivo un'arietta così, qua a Imola. Pensavate fossi sparita come l'altra volta, vero? Beh in effetti in questo periodo di assenza vi immaginavo che venivate qua nel mio blogghettino e, non trovandomi, scossavate la testa in segno di rassegnazione. Egocentrica? Naaaaaa, solo che io vi ho pensato, dico per davvero, e allora mi faceva piacere pensare che anche voi pensavate a me.

Okay, bando alle ciance.

Io sto bene e questa, per la sottoscritta, è una condizione da prendere, incorniciare e proteggere come il più prezioso dei tesori. Neanche al Louvre esiste un sistema di allarme come quello che sto progettando io ultimamente per salvaguardare questo mio stato di benessere generale. I primissimi giorni pensavo fosse merito esclusivo della montagna, che ha sempre avuto un effetto toccasana su di me. Non che la cosa non mi basti, anzi, ma rendermi conto di essere riuscita a portare a casa una sottospecie di tavolozza con tutti i colori che solo lassù riesco a vedere.. beh, ecco, a me pare un piccolo miracolo. Perchè è una tavolozza speciale: i colori non si sono ancora seccati, sono vivi e freschi come li ho fotografati a 2000 e passa metri di altitudine. E il fatto che la sottoscritta, invece, stia letteralmente marcendo sui libri di arte non guasta assolutamente il suddetto magico idillio (a proposito di arte, ora capite la sublime metafora artistico-letteraria della tavolozza..mica pizza e fichi, voglio dire!!). Il punto è che la montagna, questa volta, è stata, a differenza di tutte le altre volte, un trampolino di lancio per un volo che adesso sto gestendo da sola.. stendendo e chiudendo le ali a seconda dei venti che incontro.. alternando la ricerca del coraggio necessario per buttarmi in picchiata, a quella della forza per risalire, sfidando la legge di gravità. Ma volo e questo è quello che conta.

Allora dico grazie. Non a me, sia chiaro. Va bene che sto facendo progressi notevoli, ma il traguardo di un'autostima diversa dallo zero è ancora molto lontano.
Dico grazie a questa estate agli sgoccioli che, comunque, porterò sempre nel cuore.

Dico grazie ai primissimi bagni al fiume in Giugno, a quelle giornate con partenza al mattino, tappa a Valsalva per due fette di pane toscano e prosciutto, sole in faccia per ore e ore, e risultato finale di pelle cioccolatosa verso sera.





Dico grazie a chi c'è stato, anche solo per una serata al cinema a sbellicarsi dalle risate oppure per una sagra di buonissimi garganelli al tartufo oppure ancora per un compleanno a sorpresa in bruschetteria.




Dico grazie a Venezia, nonostante il caldo umido e torrido di quel 28 luglio. Grazie alle sue calette e alle gondole costosissime, grazie alle panchine inesistenti che ci hanno permesso di improvvisare un indimenticabile pic-nic per terra, con contorno di piccioni (nel senso che ci giravano attorno in cerca di briciole, non che li abbiamo mangiati per contorno!!). Grazie ai luccichii sul mare al tramonto e alla facciata di S.Marco che finalmente ho potuto vedere interamente (prima o poi riuscirò anche ad entrarci, ma prima devo trovare un modo per bipassare la solita fila chilometrica).





E poi grazie alla montagna, che di cose da raccontare ce ne sarebbero troppe. Grazie ai torrenti e alle cascate d'acqua limpida e ghiacciata.. grazie alle rocce ripide e alle corde in ferro, alle quali Etta si avvinghiava per ben benino.






Grazie a certi paesaggi lunari, che non ti sembra possibile di essere in mezzo alle nuvole mentre il resto d'Italia se ne sta a boccheggiare e a farsi raccogliere col cucchiaino. Grazie a certi ghiaioni infiniti,tutti in discesa, che ti spaccano le ginocchia e ti fanno rimpiangere la salita.. ma poi incontri i soliti furboni tedeschi, con le loro inseparabili e scomode bacchettine da sci, che hanno pensato bene di fare il sentiero al contrario, tanto per facilitarsi la vita e digerire meglio il minestrone di wurstel ingurgitato al primo rifugio lungo la strada.





Grazie a loro, le panciutissime mucche che pascolano su prati di un verde stupendo e che senti in lontananza, per via di quei campanacci pesantissimi che spenzolano dai loro colli. Grazie per il loro latte fresco e genuino, che quando lo chiedi ai rifugi te lo portano in un bicchierone della Forst o in un calice di birra. Grazie per quegli enormi baffoni bianchi che ti rimangono tutt'intorno alla bocca dopo averlo bevuto.






E infine grazie, Gabri e Laura. Grazie perchè tra 8 mesi non sarò più, solamente, Etta. Sarò zi-Etta. E non sto davvero nella pelle.