sabato 21 giugno 2008

Fly away on my zephyr...

...we'll find a place together???



Sembra che il contatto col mondo circostante mi stia sfuggendo sempre più di mano. E' come se fossi l'unica a vivere determinate situazioni, determinate sensazioni, in un certo modo. Perlomeno, io mi sento così. Mi sento come se tutto ciò a cui attribuisco un'importanza enorme, per gli altri fosse poco o addirittura niente. Come se il mio bisogno di emozionarmi anche per nulla, come una bambina estremamente ingenua, nessun'altro lo conoscesse. Eppure è proprio questo che voglio: essere ancora semplice, di una semplicità disarmante. Io so vivere solo così. Io posso vivere solo così. Non me ne faccio nulla delle grandi promesse e delle grandi aspettative, se poi ogni giorno non trovo un piccolo motivo per sentirmi felice. No vabè, felice è forse pretendere troppo per la sottoscritta. Diciamo per sentirmi in gioco. Ecco forse "in gioco" rende meglio l'idea. Perchè tutto per me è un dare e un avere, sempre. E quando mi accorgo che quello che do - a volte può non essere molto, lo so, ma so anche che in ogni briciola c'è comunque un pezzetto dell'anima mia - non riesce a suscitare nemmeno un sorriso, beh a me sinceramente viene voglia di mandare a quel paese cani e porci. Le vie di mezzo? Mai accettate nella mia vita, mai accettate per quanto riguarda i rapporti e i sentimenti sinceri. E che sia difficile starmi vicino, stare vicino alle mie paure, alle mie paranoie, ai miei scazzi, lo so benissimo anche da sola, non c'è proprio bisogno che mi venga ricordato. Però, santissimo cielo, è vita anche quella..o no? A me il cuore batte forte sia quando sono incazzata e delusa dal mondo, sia quando viceversa il mondo mi sembra un paradiso incantato. Perchè le persone fanno fatica a sincronizzare il battito del loro cuore col mio? Perchè questo vivere in sordina, questo non fare mai follie, questo non prendersi un sacrosanto minuto per ascoltare con attenzione un vuoto che c'è e che non si potrà ignorare in eterno? Io sono la prima, spesso, a chiudere gli occhi e a rassegnarmi: penso che forse dovrei davvero smetterla e iniziare ad adattarmi al ritmo ovattato e lento di chi i grandi sogni li ha impacchettati e messi in cantina a prendere polvere. Di chi non si ricorda più com'era bello essere piccoli e volersi bene indipendentemente dall'aspetto fisico e da quanto si è fighi. Di chi ti tiene per mano finchè sei ganza, ma, appena inizi a spegnerti e a scolorire, non fa nulla per aiutarti a ritrovare un po' di colorito. Però non mi va più, non mi va proprio più di adattarmi. Egoista, illusa, spavalda. Può essere, ma soprattutto: eternamente insoddisfatta. E quando ci si sente perennemente in questo stato, quando si ha sempre il sentore che qualcos'altro di più è possibile, c'è, esiste da qualche parte, non ci si deve adattare. Non si deve frenare un istinto o una necessità o una voglia, solo perchè è troppo. E' troppo, okay, e allora? Lasciarsi travolgere, solo in questo credo.

In the water where I center my emotion
all the world can pass me by..

2 commenti:

JAENADA ha detto...

C'era una foto,visibile dal blog della tua "vita precedente",in cui eri seduta,pensierosa,con lo sguardo perso nel vuoto.Oggi,con questo post,mi hai dato la possibilità di completare quella immagine piacevole,suggestiva,ma incompiuta,priva di sostanza.Il tuo sguardo neutro ha acquistato colore e ora quella foto vive.....

Anonimo ha detto...

Interesting to know.