sabato 28 giugno 2008

I miei sono dall'altra parte del mare.

I miei sono dall'altra parte del mare e io qui a casa da sola, con la micia. E' una situazione che si ripresenta da 3 anni a questa parte, da quando il maledetto ultimo esame di luglio mi costringe a dire di no alla Croazia, a quel paesino arroccato in una piccola insenatura, a quel porticciuolo dove tutte le mattine, sul presto, i pescatori attraccano e iniziano a pulire il pesce, attorniati dai gabbiani pronti a raccogliere i resti. E dire di no a quell'acqua fredda e cristallina, a quei sassi bianchi bianchi e scomodi scomodi per stendersi al sole -ma un miliardo di volte più puliti della sabbia della Riviera- non è mai facile.

Croazia per me è sinonimo di semplicità, di tranquillità, di ingenuità. Croazia per me è fare colazione in un tavolino per metà illuminato dal sole caldo, sollevare gli occhi dalla fetta di pane nero che sto spalmando di marmellata per tuffarli nel mare lì di fronte. E che bello quando il mare di prima mattina è piatto piatto, con tanti luccichii che si muovono sulla superficie al ritmo delle sue piccolissime onde. Croazia per me è percorrere la stradina che costeggia la spiaggia e sentirmi chiamare dai gelatai, che già alle prime ore del giorno vogliono rifilarti uno dei loro gelati dai gusti quasi tutti uguali -ecco, forse nell'Istria l'unico neo è appunto il gelato-: "Buongiorno Miss Italia, come stai?". Mi chiamano Miss Italia, questi gelatai. Mi hanno appioppato quest'appellativo un tantinello esagerato dalla prima volta che mi hanno vista (avrò avuto si e no 15/16 anni) e qualche giorno fa, appena hanno scorto i miei che si dirigevano verso la spiaggia, hanno chiesto loro dove fosse Miss Italia e di portarle i loro saluti. Croazia per me è il sapore del pesce fresco, cucinato divinamente e pagato un'inezia, rispetto ai prezzi da capogiro di una Milano Marittima o di una Riccione. Croazia per me è abbandonare quella stradina per scendere attraverso gradini di roccia nelle spiaggette più belle, quelle chiuse tra gli scogli, quelle che bastano 2 lettini per non esserci più spazio per nessuno. Quelle che alle spalle hanno una splendida villa, oggetto di tanti sogni e di tante favole immaginate scherzosamente con i miei.


Croazia per me è starmene al sole per un'oretta dopo la colazione, per poi seguire babbo -camminatore instancabile- nelle sue passeggiate in costume e sandali, lungo quella stessa stradina che porta alla fontanella per i rifornimenti di acqua fresca da portare poi a mamma. Qualche volta andiamo oltre e proseguiamo in cima al monte dove sorge il paese antico: per arrivarci non c'è solo la statale, ma c'è sempre quella stradina che però si trasforma in una lunga scalinata immersa nel verde della macchia mediterranea. Ripidissima, faticosa. Sembra di stare nello scenario di un film, che so, Indiana Jones. I gradini -gradONI- rocciosi di questa scala sono numerati: ogni cento trovi il numero corrispondente..100, 200, 300..in tutto sono 756, se non ricordo male. Spesso io, drogata della corsa, me li sono fatti tutti di corsa, nonostante le mie gambine corte implorassero pietà. L'ultimo tratto è sempre al sole, così quando arrivi in cima, tutto sudato, anche tu sei luccicoso come il mare. Sbuchi ai piedi delle vecchie mura, ma mancano ancora una cinquantina di gradini per essere nel centro del paesino. Attraversi i viottoli stretti chiusi dalle casette di pietra e giungi nello spiazzo retrostante la chiesa. Sei nel punto più alto, guardi giù e vedi piccola piccola la spiaggia dove mamma si sta abbrustolendo e vorresti tuffarti da lassù, perchè il mare non ti è mai sembrato tanto bello.

Croazia per me è prendere il battello che ti porta nell'isola di Cherso, solitaria, selvaggia, misteriosa. Croazia è non aver bisogno della discoteca o del bagno figo dove andare a ballare la sera, basta apprezzare le piccole orchestrine che suonano dentro all'hotel di fianco al tuo, dalla tipica forma quadrata. Croazia per me è quel gruppo di bambini che, una sera, al tramonto, nel paese antico giocava a calcio in un campetto improvvisato. Croazia per me è il micino di quel piccolo ristorante che, mentre spilucchi il tuo piattone di astici, ti guarda ansioso, perchè sa che tutto quello che avanzerà sarà suo. Croazia per me è spostarsi un pochino nell'interno e trovare uno scenario completamente diverso dall'atmosfera turistica e piacevolmente ovattata della costa; uno scenario che ha conosciuto la guerra e la fame e che non si nasconde, anzi, si racconta nelle parole del gestore anziano del ristorante, che ti guarda sorridente mentre ti porta un vassoio colmo di pesce e ti offre la grappa della casa.

5 commenti:

digito ergo sum ha detto...

che poi, quando la guerra passa e si è portata via tutto, l'uomo resta nudo, e si mostra per quello che é. piegato ma ancora vivo e, in fondo, grato di esserlo. la consapevolezza che il peggio è passato è il vero motore dell'ottimismo.

un abbraccio

rompina ha detto...

ok...con la storia del micino mi hai conquistata...bella questa tua trasformazione... ;o)

JAENADA ha detto...

Quando sento nominare la Croazia la mia mente corre alle immagini di un documentario mai più trasmesso dove la popolazione di Vukovar implora gli impotenti caschi blu dell'Onu di difenderli dall'assedio dell'esercito Serbo e dai macellai della famigerata "tigre" Arkan.Questo tuo racconto restituisce a quella terra e alle mie associazioni di idee una dimensione finalmente umana.

Unknown ha detto...

croazia...ho un ricordo nitido delle cascate del Krka...a volte mi sembra di avere vissuto già 1000 vite...attendo di viver ele prossime 1000...

poi forse mi fermo
:-D

MoF

2pa ha detto...

Croazia significa mio nonno che faceva il carabiniere in una città che non è più Italia e ha cambiato nome (Fiume -> Rijeka), l'Istria in particolare è la Toscana senza la marea di americani/japu/russi e tutti i nuovi ricchi. Croazia (ora) è leggere i cartelli bilingue, è sapere che gli Istriani e i Dalmati potranno finalmente urlare la loro italianità senza essere cacciati n qualche buco, ma non metteteci dentro la politica. Croazia è lo stesso mare che ho a pochi km di distanza ma con un colore che non sia il verde marrone della nostra Romagna, Croazia è un posto che spero vivamente che la masa di turisti di cui sopra non ci arrivi mai...
ps x jaenada: occhio a prendere posizione in quella guerra, anche i Croati hanno le loro porche colpe (come quella di aver tirato giù a bombe il ponte di Mostar e proprio in quella città di aver creato diversi campi di concentramento per i musulmani bosniaci!)
pps: bentornata etta!