
E dire che di cose da raccontare ne avrei..
Per esempio del ragazzo cieco che ho visto ieri in stazione, accompagnato dal suo cane-guida. Un labrador bellissimo. Si guardava intorno con un'attenzione per i particolari che mi ha lasciato senza parole. Io ero già salita sul treno e per una sequenza di secondi interminabili sono stata lì, imbambolata a guardarli attraverso il finestrino. Il ragazzo s'è chinato, l'ha accarazzato, gli ha sussurrato qualcosa alle orecchie. Mi è venuto da piangere e ho pianto, dietro i miei scurissimi occhiali da sole.
Per esempio del tramonto di stasera, quando verso le 18.15 pedalavo verso casa e ho sollevato lo sguardo dall'asfalto che correva sotto di me al cielo immobile sulla mia testa. C'era tanto profumo di primavera, di giornate che si allungano, di colori che riscaldano. C'era quel rosa misto aranciorossogiallo che non posso descrivere.. rovinerei l'immagine che in questo momento avete già nella vostra mente e che sì, è proprio lo stesso tramonto che ho visto io stasera. Niente di trascendentale, figuriamoci.. solo, guardandolo, mi sono commossa. Di nuovo.
Per esempio del ragazzo down che tutti i martedì alle 12.20 sale sull'autobus 3, quello che dalla biblioteca mi porta a casa. Conosce tutti i conducenti, ogni volta saluta quello di turno con un sorriso capace di sciogliere come il sole scioglie il gelato d'estate. Chiede sempre conferma del tragitto e poi si mette a chiacchierare con i visi noti incontrati spesso nell'arco di quel breve viaggio. Non l'ho mai visto imbronciato. Sono cose da invidiare queste. Piccole grandi cose da invidiare.
Perchè sì, credo di aver perso per la strada un po' di quel senso della Semplicità che mi ha sempre contraddistinto e grazie al quale, spesso e volentieri, ho sorriso alla vita nonostante tutta una serie di circostanze. Forse è per questo che non riesco più a scrivere. Provo un forte senso di colpa per tutta la felicità lasciata scivolare tra le dita come se non valesse niente e fosse facilmente recuperabile. Come se mi fosse dovuta.. e invece non lo è mai.
Sono molto arrabbiata con me stessa. Da anni, ma ultimamente in modo particolare. Perchè parlo parlo parlo, ma alla fine non concludo un emerito. Perchè piango per un ragazzo cieco e il suo cane e poi un attimo dopo sto sbuffando per un insignificante particolare della mia vita che non è esattamente come vorrei. Perchè mi sto chiudendo sempre più in un mondo tutto mio, forse mi difendo, ma da cosa non lo so.. dal grigiore, dallo squallore, dalla superficialità.. ma se io per prima.. vabè, niente.. parole al vento.
Qualcuno mi racconti una favola, per l'amor del cielo.