mercoledì 28 maggio 2008

Una sera di...

Una sera di qualche settimana fa P. mi ha chiesto di portargli "Il Piccolo Principe". Era tanto che non vedevo quel libro, perchè mesi fa l'avevo prestato a M. e non era più tornato ad occupare il suo posto nella minuscola - non per mia volontà - libreria della mia camera. Quella sera, però, sia io che P. ci siamo dimenticati di lui, che è rimasto ad aspettare pazientemente in macchina. E così il giorno dopo era di nuovo a casa, tra le mie mani. Sfogliandolo mi sono resa conto di averne dimenticato molte parti, mi sono resa conto che era passato davvero troppo tempo dall'ultima volta che mi ero lasciata rapire da lui. Così mi sono presa qualche minuto per sfogliare almeno le pagine iniziali e mi sono imbattuta nella dedica di Antoine De Saint-Exupéry, che voglio riportare:

A LEONE WERTH
Domando perdono ai bambini di aver
dedicato questo libro a una persona
grande. Ho una scusa seria: questa per-
sona grande è il miglior amico che abbia
al mondo. Ho una seconda scusa: que-
sta persona grande può capire tutto,
anche i libri per bambini; e ne ho una
terza: questa persona grande abita in
Francia, ha fame, ha freddo e ha molto
bisogno di essere consolata. E se tutte
queste scuse non bastano, dedicherò
questo libro al bambino che questa
grande persona è stato. Tutti i grandi
sono stati bambini una volta. (Ma pochi
di essi se ne ricordano). Perciò correggo
la mia dedica:
A LEONE WERTH
(quando era un bambino)


Ho deciso di rileggermi tutto il libro, perchè devo assolutamente controllare una cosa. Leggendo questa dedica, infatti, mi è venuto l'atroce dubbio di non essere più in grado di capire un libro per bambini. Più in generale, di aver perso buona parte di quell'ingenuità e di quella bontà che solo i bambini sanno avere, di essere diventata un po' troppo cinica e sbrigativa per accorgermi delle sfumature. Non credo lo sopporterei, mi metterebbe molta tristezza. Ma non perchè imputi questa presunta superficialità a certe esperienze di vita che possono avermi cambiato.. non mi ritengo assolutamente vissuta fino a questo punto - e comunque, sono troppo romanticaidealistasognatriceconlatestacostantementetralenuvole per poter smettere di sognare del tutto. Quello che mi dispiacerebbe sarebbe, piuttosto, dover riconoscere che, alla fine, questo mondo frettoloso e luccicante di oggi ha avuto la meglio su semplicità, spontaneità e tolleranza. Che, alla fine, siamo tutte marionette nelle mani di un burattinaio impazzito, che non sa più distinguere il bene dal male, il sorriso dal pianto, la carezza dal pugno. Dover riconoscere che, alla fine, a nessuno importa quello che volevi trasmettere tu facendo quel disegno.. importa solo che quel disegno non è bello, non è nei canoni, è troppo grasso o troppo scuro di pelle, non veste bene, non parla la tua lingua e non crede nel tuo Dio. Dover riconoscere che, alla fine, le persone non vogliono più addomesticarsi tra di loro (come fanno il piccolo p
rincipe e la volpe), perchè ognuno è perso in un proprio delirio di onnipotenza, ha bisogno di essere libero, di non essere ostacolato da quel ridicolo peso che può essere un affetto. Dover riconoscere che la gente non ha più "tempo da perdere".

Addio, disse la volpe. Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.
L'essenziale è invisibile agli occhi, ripetè il piccolo principe, per ricordarselo.
E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
E' il tempo che ho perduto per la mia rosa... ,sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa...

1 commento:

JAENADA ha detto...

L'essenziale è invisibile agli occhi....Questa frase l'ho sentita la prima volta ai tempi del liceo da un amico illuminato che aveva seguito,nella sua ordinaria ma fondata saggezza,l'iter classico dell'adolescente studioso e consapevole (Il piccolo principe,Siddharta etc.).Io nel frattempo coltivavo la mia presunzione estraniata dalla massa (tanto per dire non ho mai letto Siddharta,mai visto Via col vento,mai ascoltato Baglioni...)arrovellandomi su Nietzsche e Marx e avendo oggi un idea di me adolescente che somiglia molto a quella che si può avere del turista che và in Messico o in Egitto senza aver mai visitato il museo vicino casa sua.
L'essenziale è invisibile agli occhi.Quanta verità c'è in questa semplice frase.La fede,l'amore,l'empatia,l'odio,l'affetto,il rancore,la serenità,fanno di noi ciò che siamo,determinano la nostra identità (altra essenzialità invisibile)e definiscono la qualità della nostra vita più di quanto ogni bene durevole o di consumo possa fare.Ciò che è visibile è più facile,più comodo,più accessibile.L'invisibile è faticoso,difficilmente comprensibile,laborioso e quindi antitetico ai ritmi frenetici e superficiali delle nostre vite.Ma come diceva Rilke:"Tutto ciò che è frenetico sarà presto passato perchè solo il flemmatico al perpetuo ci inizia."